Cos’è e a cosa serve l’ipnosi?

Sei uno studente iscritto alla facoltà di psicologia a Brescia e vorresti approfondire il tema dell’ipnosi? In questo caso sei fortunato! Lo staff dell’università online Niccolò Cusano di Brescia ha realizzato infatti una guida per capire cos’è l’ipnosi e a cosa serve.

Se vuoi saperne di più, non ti resta che continuare a leggere.

Cos’è l’ipnosi?

Probabilmente nel tuo percorso universitario avrai già avuto modo di entrare in contatto con la tematica dell’ipnosi. Nel nostro approfondimento vogliamo fornire agli studenti di psicologia e a coloro che sono incuriositi da questa tecnica le conoscenze adeguate per saperne di più. Pertanto, che tu sia un futuro psicologo o un semplice appassionato del settore, siamo sicuri che troverai interessante ed affascinante quanto stiamo per illustrarti. Partiamo dunque dalla domanda basilare, ovvero cos’è l’ipnosi.

Con il termine ipnosi intendiamo una procedura che induce in un soggetto uno stato di alterazione della propria coscienza. Attraverso l’evocazione di sensazioni, emozioni e associazione mentali, un bravo operatore è in grado quindi di mandare in trance un soggetto. Cosa accade quindi al soggetto ipnotizzato? La persona che viene ipnotizzata entra in una condizione di rilassamento tale da poter raggiungere parti inaccessibili della propria mente.

Si tratta di un fenomeno psicologico la cui storia risale a quella della specie umana. Se volessimo parlare di storia dell’ipnosi dovremmo infatti risalire agli uomini primitivi. Questi utilizzavano l’ipnosi nella pratica di riti religiosi e medici per accrescere la fede nel misticismo e nella magia. Nel lontano passato quindi, quella che oggi è una pratica riconosciuta e praticata in campo psicoterapeutico, era legata a qualcosa di soprannaturale e mistico.

Oggi l’ipnosi è considerata una procedura in cui il paziente viene indotto a sperimentare cambiamenti a livello di sensazioni, percezioni, pensieri e comportamento. La psicoterapia ipnotica è una vera e propria rieducazione dell’adattamento del paziente alla vita.

L’ipnosi può migliorare la memoria, i comportamenti ed il carattere. Può aiutare a correggere abitudini sbagliate e spesso viene utilizzata per la gestione del dolore. Nonostante le controindicazioni alla metodica siano poche, è sempre preferibile evitare l’ipnosi per bambini, soggetti con malattie psichiatriche, epilettici e cardiopatici.

cosa è ipnosi seduta

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Ipnosi: le tecniche più diffuse

Quali sono le tecniche di ipnosi più diffuse? Le tecniche disponibili sono molte. Tra queste è obbligatorio citare l’ipnosi regressiva e l’ipnosi Ericksoniana. La prima conduce il paziente a ricordare esperienze passate, anche di vite precedenti, la seconda richiede un’attività immaginativa e creativa del paziente.

Vi è poi l’autoipnosi con cui una persona raggiunge da sola l’alterazione della coscienza.

Analizziamo nel dettaglio tutte e tre le tecniche.

Ipnosi regressiva

Con il termine ipnosi regressiva intendiamo una tecnica sperimentale che permette di ricercare le cause dei conflitti attuali nel mondo remoto dei sogni. Al paziente viene dunque data la possibilità di tornare indietro nel tempo per ricercare le radici simboliche dei suoi conflitti attuali.

La tecnica dell’ipnosi regressiva viene utilizzata all’interno di percorsi psicoterapeutici volti a trattare ansia, panico, depressione, disturbi alimentari e ossessioni. Non è adatta invece per pazienti affetti da depressione maggiore acuta, psicosi, minorenni e donne in gravidanza.

L’utilizzo di questa tecnica richiede un profondo impegno da parte del terapeuta e del paziente. Per questo di solito gli incontri hanno cadenza quindicinale e si protraggono per una decina di incontri.

Ipnosi Ericksoniana

Questa seconda tecnica prende il nome da Milton Hyland Erickson, famoso psichiatra fondatore dell’ipnosi moderna o Ericksoniana.

Ritendendo l’ipnosi una condizione naturale che si verifica spontaneamente nei diversi momenti della quotidianità, Erickson la utilizzava in modo creativo. Nessun ricorso quindi ad un rituale standard.

L’ipnosi Ericksoniana prevede un processo basato su tre fasi.

Preparazione

È la fase di conoscenza tra il paziente e il terapeuta. L’obiettivo è creare un rapporto solido tra i due, basato sulla fiducia, sul reciproco rispetto e sulla comprensione. In questa fase il terapeuta raccoglie informazioni sulle esperienze e le conoscenze del paziente, indaga le strutture mentali e i sistemi di credenze. Fondamentale è, da parte del paziente, un’aspettativa positiva circa la risoluzione del problema.

Trance terapeutica

Nella seconda fase gli schemi del paziente vengono temporaneamente alterati con lo scopo di aumentare la ricettività ad altri modelli di funzionamento mentale.

Valutazione e ratifica del cambiamento terapeutico ottenuto

Fase finale in cui il terapeuta comunica al paziente quali sono le alterazioni del funzionamento sensoriale e percettivo avvenute. Il paziente diventa consapevole dei cambiamenti riportati alla sua persona.

Autoipnosi

Terminiamo con l’autoipnosi, ovvero una forma di ipnosi autoindotta. Le tecniche di autoipnosi si basano su un singolo concetto, ovvero la concentrazione su una singola idea, parola o immagine.

Anche per l’autoipnosi esistono diverse tecniche di induzione, tra queste ricordiamo la più utilizzata, ovvero quella di Benson che prevede 7 passaggi:

  1. Scegliere l’oggetto della concentrazione
  2. Sedere ad occhi chiusi in un luogo tranquillo
  3. Rilassare i muscoli e concentrarsi sul respiro
  4. Pensare silenziosamente all’oggetto scelto
  5. Procedere così per 10/20 minuti
  6. Se l’oggetto di meditazione viene perso, riportare il pensiero su di esso
  7. Una volta terminato il tempo prefissato, riaprire gli occhi

Eccoci giunti al termine della nostra guida su cos’è l’ipnosi e a cosa serve. Se sei laureato in psicologia, ti sarà utile sapere che presso Unicusano è attivo il Master II Livello in Ipnosi e tecniche di rilassamento integrato.

Restando in campo psicologico, leggi anche la nostra guida alle teorie psicodinamiche.

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